La Fine Dell'Eternita - Asimov Isaac (читать книги онлайн полные версии TXT) 📗
Capitolo Secondo: Osservatore
Harlan era fermo sulla soglia del tempo, e pensava a se stesso in modi diversi dal solito. Era tutto nuovo, adesso. Ed era stato cosi semplice, una volta. C'erano stati degli ideali, o almeno dei principi, ai quali attenersi e per i quali vivere. Ogni stadio della vita di un Eterno aveva una ragione. Come cominciavano i Principii Fondamentali…?
«La vita di un Eterno si puo dividere in quattro parti…»
Si era svolto tutto perfettamente, senza scosse, eppure tutto era cambiato per lui, e quello che era stato rotto non poteva essere piu ricostruito.
Eppure lui era passato con fede attraverso le quattro parti della vita di un Eterno. Prima, c'era stato un periodo di quindici anni, durante il quale non era stato affatto un Eterno, ma solo un abitante del Tempo. Solo un essere umano uscito dal Tempo, un Temporale, poteva diventare un Eterno; nessuno poteva nascere tale.
All'eta di quindici anni era stato scelto dopo un accurato processo di eliminazione e selezioni, della cui natura, allora, Harlan non aveva avuto alcuna cognizione. Era stato portato oltre la cortina dell'Eternita, dopo un ultimo, disperato addio alla sua famiglia. (Anche allora gli era stato chiaramente spiegato che qualsiasi cosa fosse accaduta, lui non avrebbe potuto mai piu ritornare. Il vero motivo lo avrebbe appreso, pero, dopo molto tempo).
Una volta entrato nell'Eternita, aveva studiato per dieci anni come Cucciolo, e poi si era diplomato ed era entrato nel suo terzo periodo come Osservatore. Era stato solo dopo questo periodo che lui era diventato uno Specialista e un vero Eterno. La quarta e ultima parte della vita di un Eterno: Temporale, Cucciolo, Osservatore e Specialista.
E lui, Harlan, aveva passato tutto questo con tanta facilita… e avrebbe potuto aggiungere, con tanto successo…
Ricordava con tanta chiarezza il giorno in cui il suo addestramento di Cucciolo era terminato, il momento in cui lui e i suoi compagni erano diventati membri indipendenti dell'Eternita, il momento in cui, anche se privi di Specializzazione, essi avevano meritato il titolo legale di «Eterno».
Ricordava tutto, cosi vividamente. Finita la scuola, non piu Cucciolo, era stato in piedi, insieme ai cinque compagni che avevano terminato il periodo di addestramento insieme a lui, con le mani strette dietro la schiena, le gambe un po' divaricate, gli occhi attenti, e aveva ascoltato le parole dell'Istruttore Yarrow.
Dietro la scrivania, con gli occhi fissi su di loro, l'Istruttore Yarrow aveva parlato. Harlan ricordava bene quell'uomo piccolo, nervoso, con i capelli sempre in disordine, le braccia cosparse di efelidi, un'espressione strana negli occhi, un'espressione di smarrimento e di sconfitta. (Non era insolita, quell'espressione di smarrimento negli occhi di un Eterno… lo smarrimento di chi aveva perduto la casa e le origini, la nostalgia inconfessata e inconfessabile che si provava per un Secolo, l'unico Secolo che non si sarebbe mai potuto visitare… quel Secolo che era precluso per sempre a chi aveva la possibilita di conoscere tutti gli altri Secoli…)
Harlan non ricordava le esatte parole pronunciate da Yarrow, naturalmente, ma la loro sostanza era rimasta impressa nella sua memoria.
Yarrow aveva detto, in sostanza:
«Ora voi diverrete Osservatori. Non e una posizione di grande riguardo. Gli Specialisti lo considerano un lavoro da ragazzi. Forse voi Eterni,» (aveva fatto una pausa, deliberatamente, dopo questa parola, per dare a ciascuno di loro la possibilita di raddrizzare le spalle e di sorridere di gioia). «Forse voi Eterni pensate la stessa cosa. In questo caso, siete degli idioti che non meritano di essere Osservatori.
«I Calcolatori non avrebbero Calcoli da fare, i Progettisti di Vita non avrebbero vite da sviluppare, i Sociologi non avrebbero societa delle quali tracciare il profilo, nessuno degli Specialisti avrebbe del lavoro da svolgere, se non ci fossero gli Osservatori. So che avete gia sentito dire queste cose, ma desidero che si imprimano nella vostra mente, che siano ben chiare fin dall'inizio.
«Sarete voi giovani a ritornare nel Tempo, nelle condizioni piu difficili, per riportarne dei fatti. Dei fatti freddi, obiettivi, impersonali, che non dovranno essere minimamente influenzati dalle vostre opinioni e dalle vostre simpatie, ricordatelo bene! Dei fatti sufficientemente accurati da poter essere immessi nelle macchine Calcolatrici. Dei fatti sufficientemente circostanziati, da permettere di tracciare le equazioni sociali. Dei fatti sufficientemente esatti da formare la base di un Mutamento di Realta.
«E ricordate anche questo: il periodo di Osservatore non e un periodo da superare il piu in fretta possibile e senza mettersi troppo in vista. E da quanto farete come Osservatori che dipendera la vostra carriera. Non cio che avete fatto a scuola, ma cio che farete come Osservatori determinera la vostra Specialita e il grado che raggiungerete in essa. Questa sara la vostra universita, Eterni, e ogni insuccesso come Osservatori, anche minimo, vi fara assegnare alla Manutenzione, per quanto possano apparire potenzialmente brillanti le vostre personalita. E tutto.»
Aveva stretto la mano a ciascuno di loro, e Harlan, serio, devoto, fiero, nella sua convinzione che tra i privilegi di un Eterno il piu grande fosse quello di assumersi la responsabilita della felicita di tutti gli esseri umani che esistevano o sarebbero esistiti nell'Eternita, aveva provato un senso di grandezza che la nuova condizione rendeva inevitabile.
I primi compiti affidati ad Harlan erano stati limitati, e si era trovato sempre sotto il diretto controllo degli esperti. Ma questi incarichi apparentemente umili avevano dato modo al giovane Eterno di affinare le proprie capacita e formarsi un'esperienza in una dozzina di Secoli, attraverso una dozzina di Mutamenti di Realta.
Dopo cinque anni di noviziato, gli era stata attribuita la qualifica di Osservatore Anziano, con un alto punteggio di merito; con la qualifica, era giunta anche l'assegnazione al 482°. Per la prima volta Harlan avrebbe potuto lavorare senza la supervisione di nessuno, e la consapevolezza di questo nuovo elemento lo aveva privato di buona parte della sua sicurezza, quando si era presentato a rapporto per la prima volta dal Calcolatore incaricato di quella Sezione.
Aveva conosciuto cosi l'Assistente Calcolatore Hobbe Finge, un uomo la cui bocca serrata e sospettosa e i cui occhi perennemente severi parevano ridicoli in un viso rubizzo, dal naso a patata, al quale mancavano solo un cappello rosso e una barba bianca per trasformarsi nell'immagine precisa del mito primitivo di Babbo Natale.
(…o di San Nicola, o di Santa Claus. Harlan conosceva tutti e tre gli antichi nomi, e dubitava che un Eterno su centomila li avesse mai sentiti menzionare. Fin dall'inizio Harlan aveva coltivato quel tipo di conoscenze arcane, provandone orgoglio segretamente, pur non ammettendolo. Dai primi giorni di scuola, egli aveva coltivato l'hobby della storia del Primitivo, e l'Istruttore Yarrow aveva incoraggiato questa sua passione. Alla fine Harlan aveva sviluppato un vero e proprio affetto per quei bizzarri Secoli pervertiti, che si trovavano non solo prima del principio dell'Eternita, nel 27°, ma addirittura prima dell'invenzione del Campo Temporale, che risaliva al 24°. Durante i suoi studi, si era servito di vecchi libri e di antichi giornali. Aveva perfino risalito il corso del tempo, spingendosi fino ai primi Secoli dell'Eternita, quando ne aveva ottenuto il permesso, per consultare delle fonti d'informazione migliori. Per oltre quindici anni aveva raccolto una biblioteca personale che aveva pochi confronti, composta quasi esclusivamente di opere stampate su carta. Possedeva un volume di uno scrittore chiamato H. G. Wells, un altro di un certo W. Shakespeare, dei libri di storia ormai logori e ingialliti. Il pezzo migliore della sua collezione era una raccolta completa delle annate di un settimanale d'informazione del Primitivo: quei volumi rilegati occupavano uno spazio spropositato, ma per motivi sentimentali Harlan non era mai riuscito a trovare la forza di ridurli in microfilm.
Gli capitava, a volte, di smarrirsi in un mondo ove la vita era vita, e la morte era morte; dove un uomo poteva rendere irrevocabili le proprie decisioni; dove il male non poteva essere impedito, ne il bene imposto, e dove la battaglia di Waterloo, essendo stata perduta, era realmente perduta per sempre. C'era perfino una poesia, che egli conservava come un tesoro, e che affermava come un dito, dopo avere scritto qualcosa, non avrebbe potuto ritornare indietro e disfare il proprio lavoro.
E in quelle circostanze era sempre difficile, era quasi uno choc, riportare i suoi pensieri all'Eternita, e a un universo nel quale la Realta era una cosa flessibile, che persone come lui potevano stringere in pugno e cambiare per farle assumere un aspetto migliore.)
Tutto questo era balenato nella mente dell'Osservatore Anziano Harlan, quando aveva notato la rassomiglianza tra il Calcolatore Finge e Babbo Natale… uno dei ricordi piu vividi di un tempo per lui passato…
L'illusione di trovarsi di fronte a un bonario Babbo Natale era svanita completamente quando Hobbe Finge gli aveva rivolto la parola in modo brusco e pratico:
«Potrete cominciare domani, con una ricognizione completa dell'attuale Realta. Voglio un lavoro buono, completo, e pertinente. Non sara permessa alcuna trascuratezza. La vostra prima Carta Spazio-temporale sara pronta domattina. Chiaro?»
«Si, Calcolatore,» In quel momento, Harlan aveva deciso che lui e l'Assistente Calcolatore Hobbe Finge non sarebbero diventati buoni amici, e non si era trattato di un pensiero piacevole.
Il mattino dopo Harlan aveva ricevuto la sua Carta, compilata nei complessi arabeschi di perforazioni che uscivano dal Computaplex. Aveva usato un traduttore tascabile per tradurre quei segni codificati in Intertemporale Standard, poiche non aveva voluto commettere neppure il minimo errore proprio all'inizio. Naturalmente, l'uso del traduttore sarebbe stato superfluo, perche Harlan aveva gia raggiunto lo stadio nel quale aveva potuto leggere direttamente il codice del Computaplex.
La Carta gli aveva spiegato dove e quando, nel mondo del 482° Secolo, avrebbe o non avrebbe potuto andare; che cosa avrebbe o non avrebbe potuto fare; che cosa avrebbe dovuto evitare a tutti i costi. La sua presenza doveva infatti limitarsi ai luoghi e ai momenti in cui non avrebbe danneggiato direttamente o indirettamente la Realta.
Il 482° non era mai stato un Secolo facile, per lui. Completamente dissimile dal suo Secolo natale, cosi austero e conformista, quella era stata un'epoca senza etica ne principi, almeno come Harlan li concepiva, un Secolo edonistico, materialista, piuttosto matriarcale; l'unica epoca (Harlan aveva controllato meticolosamente, ed era stata una ricerca lunga e faticosa) nella quale si praticava su vasta scala l'ectogenesi, e nel quale il 40% delle donne contribuivano alla generazione di nuove vite fornendo solo un ovulo fecondato. Il matrimonio nasceva e finiva per mutuo consenso tra i coniugi, e il suo valore legale era quello di un accordo personale privo di qualsiasi potere vincolante. L'unione ai fini della procreazione era, naturalmente, differenziata accuratamente dalle funzioni sociali del matrimonio, ed era dettata solo da principi genetici.